Uccise madre e sorella della ex, la zia di Sodano: “Prendevo appuntamenti con lo psicologo, ma lui non andava”

Si è tenuta oggi una nuova udienza del processo nei confronti di Christian Sodano, il 27enne maresciallo della Guardia di Finanza che il 13 febbraio 2024 ha ucciso Nicoletta Zomparelli e Renée Amato, rispettivamente madre e sorella della sua ex. In aula hanno parlato due testimoni della difesa, un collega dell'uomo e la zia presso la quale Sodano viveva dopo la morte dei genitori. In aula c'era anche la famiglia delle vittime e Desyrée Amato, che quel giorno è riuscita a sfuggire al 27enne, scappando di casa e rifugiandosi in strada.
Il giorno del duplice femminicidio, ha spiegato il collega dell'uomo, Christian Sodano si è assentato dal lavoro dicendo che non si sentiva bene. Ha poi dichiarato che il 28enne non lasciava mai l'arma nelle cassette in dotazione alla caserma, e che invece la portava sempre con sé. La zia di Sodano, invece, ha confermato il rapporto del nipote con i soldi e il gioco d'azzardo, e il fatto che dopo la morte dei genitoriha dilapidato tutto il patrimonio che gli era stato lasciato in eredità. "Mio nipote lo conosco da quando è nato, viveva a casa nostra, a Latina. Non dava valore ai soldi, alla morte dei genitori ha preso la liquidazione di entrambi, ma capitava che chiedesse soldi a noi, lo fece anche per andare a Cuba con la famiglia di Desirée. Non ne capivamo il motivo perché lavorava. Amava spendere, per il gioco, per i viaggi, per andare fuori e comprare vestiti. Non so quanti soldi gli abbiamo dato".
La donna ha riferito che il ragazzo, dopo la morte dei genitori, ha parlato più volte di suicidio. "Tante volte ho preso appuntamento con il neurologo e lo psicologo – ha aggiunto – ma lui non c'è mai andato, ogni volta trovava una scusa diversa".
La sentenza per il duplice femminicidio sarà emessa probabilmente a settembre.